di Valeria C. Giuffrida

 

Pubblicato dal quindicinale “Box”

 

Si professa felice di questo tour, che più che una serie di concerti, per lui, equivale ad un enorme luna park. Il lui in questione è quel tale che armato della sua musica, del suo essere sempre schietto e di un sorriso contagioso, riesce a registrare dei tutto esaurito in stadi come il San Siro e l’Olimpico.

Nome e cognome? Luciano Ligabue.

Chi scrive lo ha incontrato in un’assolata mattinata di giugno, al centro di un campo di calcio (e dove altrimenti), sotto un gazebo (fortunatamente), in un incontro nato per presentare l’unico concerto in Sicilia, (purtroppo), che si terrà il 22 luglio prossimo al velodromo di Palermo, organizzato dalla Musica e Suoni di Nuccio La Ferlita. Il tour, iniziato a febbraio nei club (con date tutte rigorosamente sold out), vive la sua terza fase, dopo una seconda nei palazzetti.

In attesa del concerto del 22 luglio e della quarta sezione del tour, che avverrà nei teatri per tempi con climi più rigidi, dove probabilmente apprezzeremo i suoi successi, tra i quali “Le donne lo sanno”, in versione acustica, ho cercato di capire…..

… per Luciano Ligabue: “le donne cosa sanno”?

… La domanda è scorretta fatta da una donna, voi donne sapete, sapete…

… Ok! Noi sappiamo, ma voi uomini ne siete consapevoli?

Si! Ne siamo consapevoli, fingiamo di non esserne coscienti perché ci fa comodo…

…Cosa ti hanno insegnato le donne?

Primo fra tutti che non si finisce mai di capirvi, secondo che ne sapete molto più di noi rispetto alla vita, perché soprattutto siete in grado di sentire e terzo che avete una resistenza al dolore che noi uomini non abbiamo.

Stai vivendo la terza fase della tua tournéé, perché hai optato per questa suddivisione in quattro?

Desideravo fare un qualcosa di diverso, ripercorrendo quello che è accaduto al Campovolo, dove abbiamo messo insieme quattro concerti in uno. Questa volta li abbiamo suddivisi. Ogni fase, dai club, ai palazzetti a quella attuale degli stadi, ha avuto una sua scaletta con dei suoi musicisti ben precisi,niente è stato uguale alla fase precedente. La medesima cosa avverrà nei teatri.

Nei teatri cosa ci aspetta?

Non ho ancora deciso, continuiamo a riunirci però non siamo giunti ad una decisione, credo che approfitterò di questa pausa per i  mondiali per giungere ad una soluzione.

Pensi di suonare in versione acustica?

Sicuramente, il teatro è la location ideale per l’acustico, ma come ti dicevo non ho ancora ben chiaro cosa fare.

…Mondiali, calcio, ad un tifoso come te non posso esimermi da chiedere un commento su ciò che sta avvenendo…

Quello che è accaduto mi ha disgustato molto. Hanno svilito il calcio. In Cina c’è una parola che significa sia crisi, che opportunità, spero che da questa crisi, nasca l’opportunità per riprenderci questo sport in modo pulito.

Torniamo alla musica. Dopo una burrascosa rottura, sei ritornato a suonare con i Clandestino, la tua prima band, come sei giunto a questa decisione?

Nella vita ci sono le passioni, poi si tramutano in liti e situazioni che col tempo rientrano. In questo momento sono felicissimo di tornare a condividere con i Clandestino un’emozione, quella di suonare insieme,che pur avvenendo in un luogo pubblico come può essere un palco, è molto intima e privata.

…Una tua dichiarazione di qualche tempo addietro recitava: “Vi racconterò di me passando per il condominio…” E’ ovvio che con gli ultimi tre album il condominio l’abbiamo superato e quindi, anche un bel po’ di personaggi, presumo, torneresti a raccontare di qualcosa che esula da te o lo vivresti come un passo indietro?

Per me è difficile saperlo, perché non progetto cosa raccontare, scrivo, sempre, sull’onda di un impulso. Agli esordi mi accusavano di parlare, troppo, di un mondo molto circoscritto, ma sono dell’opinione che bisogna scrivere di ciò che si conosce, che si vive nel quotidiano. Quella frase che hai citato fu una risposta, assolutamente provocatoria, con la quale dissi che avrei ristretto il raggio ancora di più, sino ad arrivare a me.

Sei arrivato a parlare di te, ma sei una persona molto riservata. Quando ti racconti non ti senti messo a nudo?

La mia riservatezza non ha molto a che fare con i sentimenti. I sentimenti si vivono e non si raccontano, altrimenti si sviliscono. Nelle canzoni, infatti, non racconto quello che provo, ma come lo vivo. Di contro, chi ha la fortuna di fare il mio mestiere ha anche il dovere di farsi conoscere ed io cerco di essere quanto più onesto e possibile, con le persone che mi seguono.

La crisi discografica viene imputata al costo dei compact….

Non accetto che vengano considerati tanti 20 euro per un cd. La medesima cifra la spendi per una pizza, con la differenza che un disco ti accompagna per tutta la vita. Il vero problema è la qualità della musica. Ciò che arriva oggi sul mercato non è frutto di un lungo lavoro, ma di situazione occasionale atta a sfruttare l’onda del momento.

D’ artista hai un’idea su come abbassare i prezzi dei cd, ma anche dei concerti?

Se l’avessi sarei a capo di una multinazionale…

C’è un duetto al quale ambiresti?

… C’è un ambito ristretto oppure posso sognare?

… Sogniamo…

Bob Dylan…. con gli Stones per band…

… Però!!!!…. Il successo è un potere?

Penso che possa darti un potere, ma dipende dalla tua testa, da come gestisci la fama, in ogni caso, queste credo, siano dichiarazioni che non si possano fare, perché se adesso affermassi la mia buona fede, sarebbero solo parole.

 

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *